L'articolo, facendo propri i suggerimenti di precedenti contributi, affronta innanzitutto la questione della committenza del marmo evidentemente legata alla famiglia Di Capua, come indicano l'epigrafe sull'architrave e gli stemmi alla base del prospetto anteriore, per giungere a formulare un'ipotesi di paternità. In particolare, si riconosce a Luigi III di Capua (ottavo conte di Altavilla), richiamato nell'iscrizione, il ruolo non secondario di primo anello della catena familiare che, a partire dagli ultimi decenni del Quattrocento, portò alla realizzazione dell'originario altare maggiore; mentre sarebbe stato il discendente Luigi Martino (decimo conte di Altavilla) a concludere l'impresa con l'inserimento dell'ancona eucaristica, indicativamente entro il secondo quarto del Cinquecento. Si conclude che tale ricostruzione cronologica consente di innestare con maggior convinzione i caratteri stilistici del manufatto nella consolidata attività di Giovanni Marigliano da Nola, coinvolto in altre occasioni dagli Altavilla, e della sua bottega, nella fattispecie dei suoi due epigoni maggiori: Annibale Caccavello e Giovan Domenico D'Auria.
Indice
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