La cosiddetta Stele del Palestrita nei Musei Vaticani. Segmenti di un itinerario

Gabriella Cirucci
La complessa vicenda antica e postantica della cosiddetta Stele del Palestrita nel Museo Gregoriano Profano, opera greca in marmo pentelico databile nei decenni immediatamente successivi alla metà del V secolo a.C., può essere ricostruita, non senza qualche lacuna e incertezza, sulla base delle trasformazioni fisiche subite dal marmo e alla luce della documentazione iconografica e storica disponibile. La riproduzione delle figure dell'atleta e del pais in una tavola del Simulachrum di Marco Fabio Calvo consente di datare la riscoperta del monumento in epoca postantica agli anni precedenti il sacco di Roma del 1527 e di ipotizzarne la provenienza da un contesto di reimpiego di epoca romana. Muovendo da una notizia fornita nella Roma di Georg Fabricius di Chemnitz e attraverso il riesame delle fonti cinquecentesche sulle antichità di Roma, il contributo ricostruisce l'esistenza di un legame topografico della stele vaticana con l'area del Quirinale denominata Bagnanapoli/Magnanapoli. Si tratta, in particolare, delle antiche rovine nei pressi della Torre delle Milizie pertinenti al complesso dei Mercati Traianei, un tempo interpretate come i resti di una struttura termale privata. Si suggerisce, pertanto, che la riscoperta del monumento abbia giocato un ruolo di primo piano nell'identificazione topografica dei Balnea Pauli. Sulla scorta della probabile provenienza della stele dall'area di Magnanapoli, il contributo propone alcune riflessioni sul possibile contesto di reimpiego della stele in età romana, ipotizzando, per analogia con altri rilievi greci rinvenuti in contesti di reimpiego romani, la sua pertinenza all'arredo scultoreo di una residenza di lusso, forse da identificare con una delle domus gentilizie documentate archeologicamente nell'area.

Indice

Ireneu Visa Guerrero Il retablo di Sant'Eulalia del 'Maestro dei Privilegi' e la pittura 'italianizzante' a Maiorca nel primo Trecento
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Luca Quattrocchi Guttuso tra Sartre e De Sica: i disegni per l'adattamento cinematografco de I sequestrati di Altona
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Jacopo Tabolli Un frammento in impasto inciso con scena nautica da Montalcino
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Gabriella Cirucci La cosiddetta Stele del Palestrita nei Musei Vaticani. Segmenti di un itinerario
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Roberto Bartalini “Un luogo visto in sogno”. Il restauro, un libro recente e alcune notazioni sul reliquiario di San Galgano, detto di Frosini
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Gigliola Gorio Un ante quem per la morte di Jacopino da Tradate e uno spiraglio sulla sua bottega
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Francesco Caglioti Una 'Madonna' donatelliana da restaurare, a Terranuova Bracciolini
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Gianmarco Russo Lazzaro Bastiani e i conoscitori
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Rosanna De Gennaro Sulla terracotta di Bonarcado e sul suo autore: Alonso Berruguete?
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Tommaso Tovaglieri “Rubrica Longhi”. Il caso Tanzio da Varallo
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Domiziana Pelati “Per quella ammistà ch'ebbero fra di lor sempre le penne e i pennelli”. Intorno ai dipinti tasseschi di Camillo Gavassetti
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Felice Mastrangelo Agostino Cornacchini: un'autobiografa inedita e alcune precisazioni sull'esordio romano
vai all'articolo » pp. 167-180
Giovanni Agosti Pier Luigi Pizzi, dalla parte della Storia dell'arte
vai all'articolo » pp. 181-196