Il presente intervento intende riflettere sull’avvio alla professione artistica di uno dei principali interpreti della bottega vasariana, Jacopo Zucchi. Sebbene i primi concreti interventi di Zucchi vengano riconosciuti nel soffitto del Salone dei Cinquecento (1563-1565), l’artista è registrato con frequenza settimanale nei registri dello Scrittoio Fortezze e Fabbriche Medicee ben prima dell’inizio del maestoso cantiere. Attraverso il riesame di questi documenti unitamente a serrati confronti stilistici, è stato possibile rintracciare e isolare un gruppo di dipinti che possiede caratteristiche ben connotate estranee al lessico vasariano e stradanesco.
In particolare, alcuni dipinti dei soffitti della Sala delle Sabine e della Sala di Penelope del Quartiere di Eleonora mostrano delle incertezze e ingenuità nel ductus che ben si confanno alla mano di un giovane esordiente, che cerca di imitare pedissequamente lo stile del maestro senza raggiungerne l’equilibrio formale e la coerenza compositiva. Inoltre, grazie ai confronti con opere successive dello Zucchi stesso, è stato possibile rintracciare peculiarità stilistiche e formali che avrebbero caratterizzato l’opera dell’artista per tutta la sua carriera. In tal modo, cercando di chiarire un momento ancora oscuro come quello della formazione di Jacopo Zucchi, l’obiettivo ultimo di tale contributo è quello di analizzare il funzionamento della bottega vasariana e al contempo approfondire le molteplici personalità gravitanti attorno ad essa, troppo spesso oscurate dall’ingombrante regia dell’aretino.
In particolare, alcuni dipinti dei soffitti della Sala delle Sabine e della Sala di Penelope del Quartiere di Eleonora mostrano delle incertezze e ingenuità nel ductus che ben si confanno alla mano di un giovane esordiente, che cerca di imitare pedissequamente lo stile del maestro senza raggiungerne l’equilibrio formale e la coerenza compositiva. Inoltre, grazie ai confronti con opere successive dello Zucchi stesso, è stato possibile rintracciare peculiarità stilistiche e formali che avrebbero caratterizzato l’opera dell’artista per tutta la sua carriera. In tal modo, cercando di chiarire un momento ancora oscuro come quello della formazione di Jacopo Zucchi, l’obiettivo ultimo di tale contributo è quello di analizzare il funzionamento della bottega vasariana e al contempo approfondire le molteplici personalità gravitanti attorno ad essa, troppo spesso oscurate dall’ingombrante regia dell’aretino.
Indice
Laura Ambrosini
Sui rapporti tra la ceramica falisca e il Gruppo Clusium attraverso lo studio degli askoi ornitomorfi
vai all'articolo » pp. 3-23
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Alessandro Bagnoli
La 'Resurrezione di Cristo' di Francesco Botticini per la compagnia del Corpus Domini a Poggibonsi
vai all'articolo » pp. 24-38
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Marie-Ange Causarano
Diffusione e utilizzo degli strumenti a lama dentata nel territorio senese tra XII e XIII secolo
vai all'articolo » pp. 39-50
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Raffaele Marrone
Due dossali per una chiesa. Sulla committenza degli Umiliati a Pistoia e l'allestimento figurativo della domus di Santa Maria Maddalena
vai all'articolo » pp. 51-59
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Roberto Bartalini
L'attivitą di Michele di Nello al duomo di Siena e il 'Crocifisso' di San Pier di Sotto a San Casciano in Val di Pesa
vai all'articolo » pp. 60-71
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Alessandro Angelini
Francesco Maria II della Rovere e il destino urbinate della 'Flagellazione' e della 'Cittą ideale'
vai all'articolo » pp. 72-81
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Giulia Brusori
La 'Sacra Famiglia con San Giovannino' di Marsiglia: una nuova proposta per Giovanni Francesco Bezzi, detto il Nosadella
vai all'articolo » pp. 82-85
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Felice Mastrangelo
Un inedito 'San Paolo' di Giovanni Francesco Bezzi, detto il Nosadella
vai all'articolo » pp. 86-89
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Gloria Antoni
Un pregevole esordio. Gli interventi di Jacopo Zucchi in Palazzo Vecchio prima del Salone dei Cinquecento (1557-1563)
vai all'articolo » pp. 90-102
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Stefania Stefani Perrone
Novitą su Tanzio da Varallo e i suoi fratelli
vai all'articolo » pp. 109-117
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Alessandro Brogi
Luce riflessa su un dipinto perduto di Ludovico Carracci
vai all'articolo » pp. 118-127
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Giuseppe Porzio
Da Massimo Stanzione a Guido Reni. Storia e memoria tra Napoli e Massa Lubrense
vai all'articolo » pp. 128-135
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Andrea Daninos
La 'Nativitą' e la 'Deposizione' di Gaetano Giulio Zumbo, da Genova a Parigi. Con una nota su Sebastiano
vai all'articolo » pp. 136-149
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Miriam Giovanna Leonardi
Enrico Costa a Bogotį. Sulle tracce di un desaparecido della storia dell'arte
vai all'articolo » pp. 150-165
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