Al principio ci doveva stare Mimesis (fig. 1), con gli esercizi di lettura che Erich Auerbach aveva messo a punto a Istanbul – senza troppe biblioteche, ma con l'aiuto del futuro Giovanni XXIII, allora nunzio lì – mentre infuriava la guerra. Quest'estate ho riletto quel libro – il libro che più di ogni altro Enzo Mengaldo avrebbe desiderato scrivere – a quarant'anni di distanza dalla prima volta, riprovando ammirazione per la carrellata arbitraria dei campioni analizzati al microscopio della critica: dalla cicatrice sulla coscia di Ulisse al calzerotto marrone nelle mani della signora Bankes, dall'Odissea a Gita al faro insomma. Mi sono interrogato con la consapevolezza dell'età su cosa significava un'opzione realista nel 1946, l'anno in cui è comparso il capolavoro di Auerbach: con il cinema neorealista che esplode e Roberto Longhi che va alla ricerca di un Caravaggio realista e Ranuccio Bianchi Bandinelli che si interroga sul realismo nell'arte romana. Eppure il grande filologo romanzo parlava già di realismo – e a proposito di Dante – nel 1929, l'anno dei Quesiti caravaggeschi. E poi quella creazione ad arte di contrapposizioni, tra La Bruyère e Molière, tra Schiller e Goethe, tra i Goncourt e Zola… che scorrono, sul filo di scontri essenzialmente stilistici, come i doppi schermi nelle antiche lezioni di Sandro Ballarin o negli impaginati dei suoi prodigiosi volumi della serie Pittura del Rinascimento nell'Italia settentrionale.
Indice
Alessandro Bagnoli
Mariano d'Agnolo Romanelli e il Reliquiario di San Marco papa: un recupero dello smalto 'a figure risparmiate' alla fine del Trecento
vai all'articolo » pag. 3-11
vai all'articolo » pag. 3-11
Elisabetta Cioni
Per Matteo di Mino di Pagliaio. Nuove considerazioni sull'oreficeria senese della seconda metà del Trecento
vai all'articolo » pag. 12-46
vai all'articolo » pag. 12-46
Maria Falcone
Sul Monumento funebre di Margherita di Brabante, sulla Tomba del doge Tommaso Campofregoso e su altre opere liguri del Quattrocento
vai all'articolo » pag. 47-89
vai all'articolo » pag. 47-89
Gianluca Amato
Il 'Cristo deposto' di Francesco di Giorgio ai Servi di Siena
vai all'articolo » pag. 90-141
vai all'articolo » pag. 90-141
Annamaria Petrioli Tofani
Per un catalogo dei disegni di Agostino Melissi agli Uffizi
vai all'articolo » pag. 142-173
vai all'articolo » pag. 142-173
Anna Santucci
Lo 'Pseudo-Vitellio' degli Uffizi (e altri 'Pseudo-Vitellio' a Firenze tra XVI e XIX secolo)
vai all'articolo » pp. 200-217
vai all'articolo » pp. 200-217
Jörg Deterling
Un 'Apollo' in altorilievo dalla collezione Giustiniani
vai all'articolo » pag. 218-220
vai all'articolo » pag. 218-220
Anna Anguissola
Osservazioni sul catalogo delle sculture di Dresda: il caso dei “quattro faunetti giovani antichi”
vai all'articolo » pag. 221-225
vai all'articolo » pag. 221-225
Valentina Balzarotti
Pellegrino Tibaldi in Sant'Andrea in via Flaminia
vai all'articolo » pag. 226-232
vai all'articolo » pag. 226-232
Giovanni Renzi
Due opere di Camillo Procaccini in Toscana e un episodio di storia del collezionismo
vai all'articolo » pag. 233-251
vai all'articolo » pag. 233-251
Luca Fiorentino
Cornelis De Bie e Gian Lorenzo Bernini: osservazioni in merito alla fortuna critica berniniana nel Seicento
vai all'articolo » pag. 252-261
vai all'articolo » pag. 252-261