Carlo Ridolfi, nella biografia di Lorenzo Lotto, segnala una 'Crocifissione' che il pittore veneziano avrebbe eseguito per una chiesa imprecisata di Portobuffolè, in provincia di Treviso. Quest'opera è stata quasi trascurata dagli specialisti di Lotto, che non hanno verificato la testimonianza di Ridolfi, nonostante nella chiesa di Santa Maria dei Servi di Portobuffolè esista ancora una pala d'altare che un'iscrizione sul retro dichiara essere la copia ottocentesca del dipinto attribuito a Lotto. L'originale passò invece sul mercato antiquariale veneziano attraverso una serie di passaggi, qui ricostruiti, per arrivare infine alla Staatsgalerie di Stoccarda nel 1852 con il nome di Lotto ma oggi riconosciuto come opera di Francesco da Milano, un pregevole pittore lombardo attivo nel territorio di Serravalle nella prima metà del Cinquecento. Si tratta di un'attribuzione, proposta in un primo tempo da Fritz Heinemann e rilanciata successivamente da Giorgio Fossaluzza, che qui è confermata con una data entro il secondo decennio del secolo. Quanto alla committenza, si ipotizza che a richiedere il dipinto fosse stato il patrizio veneziano Stefano da Molin il quale, come registra un'epigrafe tuttora conservata nell'ex chiesa servita di Portobuffolè, nel 1518 si fece seppellire proprio davanti all'altare di Cristo dove, con ogni probabilità, era esposta l'opera di Francesco da Milano.