In questo studio due rilievi marmorei rispettivamente conservati al Norton Simon Museum e al Louvre sono riconosciuti come appartenenti a un medesimo tabernacolo eucaristico, già nelle collezioni del pittore francese Louis Charles Timbal (Parigi, 1821-1880). L'articolo si apre con un'analisi del ruolo di Timbal nella raccolta di sculture italiane del Rinascimento e di come esse divennero parte della collezione di Gustave Dreyfus nel 1872, e di quella del Louvre nel 1882. In questo modo si spiegano i motivi per cui il tabernacolo venne smembrato e come il suo corpo centrale sia giunto negli Stati Uniti, mentre la lunetta sia rimasta in Francia. Attraverso approfonditi riscontri stilistici, le due parti sono entrambe riconosciute come opera di Antonio Rossellino, confermando l'attribuzione che già gli storici dell'arte avevano proposto per il marmo Simon e identificando per la prima volta lo scultore settignanese quale autore della lunetta. Che i rilievi componessero lo stesso tabernacolo emerge altresì da un preciso confronto delle loro misure e dei rapporti proporzionali tra gli elementi costitutivi, in particolare tra quelli della lunetta e dell'architrave. Inoltre, lo studio delle opere di Rossellino e della sua scuola consente di determinare quali fossero le caratteristiche formali del cornicione originale del tabernacolo (sostituito da uno di restauro), suggerendo che esso presentasse motivi decorativi scanalati. L'articolo è anche l'occasione per esplorare alcune connessioni tra le opere di Benedetto da Maiano e il tabernacolo Timbal, offrendo nuovi approfondimenti circa gli anni dell'apprendistato dello scultore con Antonio.