Marcantonio Franceschini fu uno degli interpreti più squisiti della pittura a Bologna tra Sei e Settecento. Erede della tradizione classicista del secolo d'oro bolognese, declinò quell'eredità aggiornandola in una formula originale di ariosa eleganza e castigata purezza formale, che gli guadagnò il favore, soprattutto nella produzione di dipinti mobili, dei più raffinati committenti sparsi ben oltre i confini della sua città e anche fuori d'Italia. Il breve articolo coglie l'occasione di restituire al pittore, appunto, un inedito quadro da stanza dal soggetto biblico, che si segnala per la sua qualità. Qualità che esprime al meglio la coltivata poetica dell'autore ormai maturo, capace di trasformare, senza tradirne l'afflato spirituale, un tema severo quasi in un luminoso idillio campestre di rasserenante effetto decorativo, ma che, per la perfetta misura e l'essenziale levità dei mezzi espressivi, già odora di Arcadia.
Indice
Elena Marta Manzi e Vittoria Pipino
Le cappelle Petroni e Spinelli nella chiesa dei Servi a Siena e i loro affreschi: necessità di una revisione
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Raffaele Marrone
Oltre la soglia di Sant'Egidio. Committenza, programma e vicende del perduto ciclo pittorico della cappella maggiore
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Annamaria Petrioli Tofani
Il caso Jacone nelle Vite di Giorgio Vasari (con nuove proposte per la sua produzione grafica)
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Mattia Barana
William T.H. Fox Strangways (1795-1865), il mercato artistico fiorentino e la fortuna dei 'primitivi'
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Alessandro Brogi
L'Antico Testamento travasa in Arcadia: un'inedita storia biblica di Marcantonio Franceschini
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